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Allattamento al seno ( parte terza)

Allattamento al seno ( parte terza)

By adminIn La rubrica del neonatologoPosted Dicembre 5, 2017

Ancora allattamento al seno

Adesso il mio prematuro , il mio bambino, sta meglio come faccio per l’allattamento al seno?

Il tempo è passato siamo usciti dal tunnel buio e duro della terapia intensiva neonatale , il nostro piccolino è più stabile , abbiamo cominciato a conoscerci meglio, …”pensa che me l’hanno dato in braccio, tanta paura ma si è subito capito che la cosa gli piace , quando sta con me , sopra il seno morbido della mamma, è stabile , è contento, fa meno apnee, richiede meno ossigeno e non si raffredda”

Quindi il primo passo-conoscersi e non avere paura- è fatto

Il nostro bambino non è ancora forte, ma succhia bene il ciuccetto passatempo, e questo succhiaree lo calma, lo aiuta a sopportare non solo il dolore, ma anche lo stress (per i più piccoli sono, forse, la stessa cosa) . Il piccolino è sul seno, sulla pelle ed è li con tutte le antenne aperte, con tutti i suoi sensi accesi :e sente odori e sente il cuore,e comincia a vedere cose, e a sentire meglio le voci-ecco la voce della mamma che mi calma, sono al sicuro; questo cullare mi riporta a casa, gli odori come un filo di Arianna lo riportano all’utero, anche il cullare (sensibilità vestibolare) e il canto della mamma mi riportano “ a casa” Queste sensibilità sono molto spiccate nei neonati che come sappiamo non comunicano con le parole, ma sono attivissimi con tutti gli altri sensi.

Quindi avviciniamo il “nostro” al seno e anche se la bocca è piccola lui darà dapprima qualche leccatina e poi , imparando pian piano vorrà andare lì e mangiare, mangiare il seno, mangiare la mamma; non importa se non riesce a estrarre il latte, comunque… ritorna a casa; queste sensazioni, queste esperienze sono finalmente “buone”, utili, preziose per il suo sviluppo, quello del cervello, ma anche quello della sua identità. Non esiste un posto più simile all’utero che quello del seno della mamma e per lui l’esperienza dell’utero è stata troppo corta.

Succhiando il capezzolo o comunque il seno il piccolo si esercita con la “suzione non nutritiva”, non si nutre, perchè non mangia latte, ma si esercita, impara, cresce di cervello e di piacere.

Solo successivamente imparerà a succhiare per nutrirsi, suzione nutritiva : il suo problema è che la forza per succhiare ed estrarre il latte ancora non ce l’ha; ha proprio una debolezza della mandibola e dopo un poco non riesce più a tirare l’areola (ho detto l’areola, quella zona scura attorno al capezzolo dove è immagazzinato il latte) non il capezzolo che lui succhia bene, ma dal quale non esce il latte. Dopo breve tempo la mamma sente che la forza di suzione è finita e che il bambino usa il capezzolo come un ciuccetto; a quel punto possiamo interrompere la suzione al seno e passare al biberon, dal quale il latte esce da solo senza tirare, ma che ha più inconvenienti perchè il flusso è molto veloce e, come abbiamo spiegato l’ultima volta, il latte va “di traverso” e talora scatena le apnee e le crisi di cianosi.

Quindi punto due : partire sempre con il seno e poi passare al biberon, perchè il cervello sviluppi un “imprinting”, l’esatto movimento, bocca aperta, per afferrare bene il seno, movimento diverso da quello che fa per succhiare il biberon

Ma per fare questo il “nostro” deve essere sveglio; se dorme come un tasso è inutile provare, non riuscirà ad attaccarsi, ma c’è sempre nell’arco del giorno un momento nel quale il piccolino è sveglio, con tutti i suoi bei riflessi attivi per riuscire nell’attacco al seno; quindi possiamo aspettare che si svegli, possiamo scegliere dei momenti migliori rispetto al momento della mattina in cui è stanco morto, perchè ha fatto i prelievi, il bagnetto, la fisioterapia, l’ecocardio e l’ecocerebrale : quelli non sono momenti adatti per avere un’esperienza soddisfacente di attacco al seno

Quindi, da quanto scritto, la frase: “è ancora troppo piccolo per attaccarsi al seno” non ha senso ed è sbagliata; non è mai troppo piccolo, ce la può fare ad attaccarsi e poi finirò il pasto con il biberon e gli darò prima il pasto successivo; con il passare dei giorni la capacità del bambino di mangiare al seno aumenterà e se lui capisce che al seno non si soffoca lui stesso preferirà il seno

E’ una filosofia di vita , una fede, quella dell’allattamento al seno dei pretermine, ma posso assicurarvi che molti bambini anche molto piccoli ce l’hanno fatta e non pochi: se non credete alla dottoressa chiedete alle mamme…

Dobbiamo dire ancora alcune parole che riguardano i consigli alle mamme che vengono dimesse, anche dal Nido, con un neonato pretermine.

Come abbiamo detto la fisiologica debolezza di suzione del pretermine, i ritmi sonno veglia non ancora organizzati , non rendono possibile né sicuro l’allattamento a richiesta; non possiamo applicare i criteri che usiamo nel nato a termine; dobbiamo sapere quanto mangia e quindi va fatta la doppia pesata, almeno nei primi giorni fino a che non si è visto un buon avvio dell’allattamento ed un incremento di peso costante; se il seno non si svuota bene, va svuotato alla fine della poppata ed il latte va messo in frigorifero per integrare il pasto successivo e per mantenere una buona produzione ; il tutto è un pochino faticoso, ma ci sono buone probabilità che la suzione migliori (se manteniamo l’attacco al seno per primo e integriamo con il biberon dopo che il seno è stato ben stimolato almeno per 15-20 minuti) e che dopo un po’ di giorni il piccolo riesca ad alimentarsi solo al seno. Un altro accorgimento importante è quello di permettere almeno per qualche pasto al neonato di svegliarsi da solo, con fame: in quel caso riesce ad attaccarsi velocemente al seno e a mangiare meglio; vanno comunque controllate le quantità; a metà pomeriggio si valuta quanto ha preso e si vede se continuare solo al seno o se sia meglio integrare con il biberon.

L’allattamento al seno esclusivo è possibile anche nei neonati molto pretermine che vengono dimessi con l’integrazione proteica-calorica del latte materno; molti di loro infatti mangiano al seno grosse quantità di latte, più di quelle programmate, sopperendo in questo modo alle quantità di sali, proteine e calorie presenti nel latte materno, quantità non sufficienti per un neonato molto pretermine: il latte umano da solo non permette infatti per questi neonati un’adeguata nutrizione , la natura non aveva previsto la sopravvivenza di neonati di peso così basso. Naturalmente il piccolo va controllato nella sua crescita staturo ponderale e va mantenuta una curva di crescita costante, possibilmente con un certo recupero

Quindi, per tutte, buon allattamento!

Dr.ssa Augusta Janes

Tags: allattamento al senoAugusta Janes

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